Il mio “Marte” è Country


Ad Alvaro che ci trasmette la passione
A Marco, per il buon umore e la simpatia contagiosa.

Viale Certosa 292 Milano.

La strada è quella che porta fuori città. Una carreggiata centrale. E due controviali, dove per la cronaca il martedì si parcheggia senza il rischio della multa per il lavaggio delle strade.
Il marte è il giorno di country line dance al Grand Canyon Pub.  Il nome del locale crea grandi aspettative. Dopo cinque anni ho ancora addosso i brividi delle rocce in Arizona. Una meraviglia di cui non è possibile raccontare la sensazione di libertà e potenza, che solo la natura dal vivo riesce a trasferirti con tanta facilità.
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A trascinarmi al Gran Canyon è stato l’entusiasmo di una proposta diversa.
E’ il mio carattere: ci provo sempre prima di escludere che non farà per me.
E’ aprile!
Una lezione basterà a farmi capire se ci tornerò!
Siamo a novembre!
Country Line Dance. Si balla uno dietro l’altro. Uno accanto all’altro. Muro dopo muro. Forse ha ragione Marco quando dice sorridendo che si chiama così perché ti fa restare “in linea”. Io qualche chilo l’ho perso sul serio!
Prima di quella sera ne avevo sentito parlare poco. Più spesso, nelle mie orecchie, era risuonato il termine quadriglia. Più frequentemente mi era capitato di vestirmi country. Sarà che amo i jeans, le cinture con le fibbie, i cappelli, gli stivali, le camice a quadri. E adoro le passeggiate a cavallo, che mi fanno sentire meravigliosamente libera da tutto e tutti.
La serata comincia con una Corona. Regolarmente. Sarò banale. Non mi importa. Quel che conta è essere convinti. La Corona al Gran Canyon mi convince. Chiediamo del corso. Uno di noi, il vero cowboy, lo ha trovato su internet.
Ci dicono di scendere nella taverna. Giù ci sarà Marco.
Il corso, quella sera, si tiene alle 21.30. Un orario che mi ricorda quando da ragazzini ci incontravamo con gli amici in piazza. Si mangiava con mamma e papà. Poi, motorino per chi lo aveva. Per gli altri, by foot.
Marco. Se non ricordo male era il nome che ho visto scorrendo velocemente il sito. Marco Dollaro. Nome d’arte, più probabilmente.
Complice un po’ di (in)sano FB dopo una giornataccia di lavoro, non ho avuto molto tempo per guardare dove si va. Ci hanno pensato gli altri. Mi lascio trasportare.
Quante persone! Tutti stiamo pensando: “Ma cosa c’entra questo col country?”. Non importa che lavoro faccia, chi sia, cosa mangi, con chi viva. Con chi sia lì. Conta passare una bella serata. Domani si lavora. O ci si impigrisce a casa. O si esce e si spinge l’acceleratore per affrontare i tre giorni che mancano al weekend!
Marco ci spiega. Ha la battuta pronta. E’ un buon inizio. Il contesto è easy. Per fortuna.
Si comincia.
Il maestro è quello lì. Alvaro. Moro, magrolino. Adorabile quando balla. Serissimo quando insegna. Prima si marcano i movimenti, poi si legano insieme e si mettono in musica. Un metodo che entra in circolo velocemente.
Alvaro sceglie Footloose.
La colonna sonora dei miei 13 anni. Ricordo Ren che cerca di convincere il Reverendo Moore che “c’è un tempo per pregare e uno per divertirsi”. La storia era ispirata a fatti veri. In un piccola provincia americana erano state vietate musica e danza. Entrambe ritenute momenti di perdizione.
Morale o immorale, a me ballare piace da pazzi.
Mi bevo pure un’altra birra. Si impara il primo muro e poi il secondo. Parte la musica. Lo ripetiamo. Una, due, tre volte.
Ha ragione il reverendo Moore: con la musica e la danza ci si perde. Completamente!
Prima di salutarci c’è tempo per Changing Dance. Balla anche Marco. Quindi non organizza solo. E’ pure lui un cowboy!
Rido. Ce l’ho nel DNA di ridere quando mi diverto! Mi si perdonerà un po’ di casino… “Shhhhh” mi azzittisce Marco! Mi strizza l’occhio. Vorrà dire che posso rifarlo?
Non è ancora finita. Il ballo della vergogna. Sembrano certe notti in discoteca. Stasera, però, è anche meglio di certe notti! Non è sabato. E’ martedì.
Il ritmo della musica aumenta poco a poco. Chi è concentratissimo. Chi non ha più fiato. Chi suda di brutto. Chi vorrebbe bere. Manca solo questo nella taverna. Un frigo con acqua, coca cola e birra!
Fa caldo!
Marco saluta uno a uno. Sorridente e solare. Il suo lavoro è un po’ come il mio: sempre tra la gente. Non c’è spazio per lune e scazzi. E’ la dura legge delle pubbliche relazioni. E forse anche della stessa vita. Non va bene far pesare i cazzi tuoi agli altri! Dentro ci sei tu. Il resto rimane fuori.
E’ la mia regola.
Il corso raddoppia: uno alle 21 l’altro alle 22. Alvaro annuncia il ballo che insegnerà la prossima volta. Il giorno dopo su FB, nel sito di Country Events, il video di Footloose… tanto per non perdere il vizio.
Dopo la prima lezione è chiaro: dentro ci siamo noi. Fuori tutto il resto.
Io ci sto.
Il mio marte è country.

Scritto da:
alisa.bzz