CountryEvents Awards 2011/12 – Tutto in una sera!!


Tutto in una sera. Tre premi da vincere. Ci si gioca il primo Countryevents Awards. Martedì 29 maggio ore 21 gara di fine anno al Gran Canyon Pub.
12 ore prima il terremoto in Emilia Romagna è arrivato con prepotenza anche a Milano. Scosse che feriscono la terra ma anche gli uomini.

Sul bancone della taverna del Gran Canyon, che ci ha accompagnato in questo anno, tra corsi e serate, principianti e “cultori” del country, c’è la statuetta da sollevare quando si scoprirà di aver vinto: un cowboy e una cowgirl che ballano. Se la contenderanno gli allievi del corso base… beh non proprio tutti. Qualcuno, all’ultimo, preferisce “astenersi”.

Al Gran Canyon è l’ultima serata della stagione. Marco e Alvaro si sono inventati “Countryevents Awards”, una specie di gara delle “matricole”. I numeri impilati sul tavolo. Layla dell’Associazione italiana Country Western Dance, l’altro giudice insieme ad Alvaro, il nostro insegnante, te li attacca con una spilla da baglia sul retro della maglietta. In fila, chi sorride, chi è teso, chi scherza, chi beve birra. Chi ci ripensa all’ultimo. Chi è sicuro di vincere. Chi non ci crede. Chi sta in silenzio ma spera di farcela.

Alla consolle l’altro Marco, uno dei ragazzi del corso intermedio, cresciuti al Gran Canyon e fondatore del gruppo “I Meneghini”. La regia nelle mani del “Dollaro” che scherza e invita a non essere tesi. Le facce sono alquante tirate. E’ un gioco, vero. Ma la gara è cosa seria… anche perché decreta il Migliore. Ciascuno prende il suo numero. 14, 54 e 19 si riveleranno vincenti. Qualcuno esce deluso ma questo fa parte del gioco.

“Fatevi valere”, aveva invitato Dollaro dalle pagine di FB qualche giorno prima. Così è stato. Ciascuno, a suo modo, ha vinto. Sia i più disinvolti, sia chi semplicemente è sceso in pista, stando al gioco. Ognuno con i propri obiettivi, il proprio stile, il proprio carattere, la propria personalità: il proprio modo di essere “country”. La sorpresa è chi non solo balla bene ma nel farlo si diverte! Questo più tardi consegnerà la vittoria a Elena.

Un piccolo riscaldamento ripassando i balli su cui ci si confronterà: Irish Stew (il preferito del Dollaro), Cabo San Lucas (che se perdi la concentrazione o tenti di copiare sei fregato e i giri non perdonano), Tush Push (probabilmente il più travolgente).
La tensione sale… il muro di partenza non è quello al quale si è abituati… ce lo si farà andare bene. Layla e Alvaro non sono di molte parole e il brusio del timore mal celato del muro diverso viene spento nel giro di qualche secondo.
Si parte. I balli più o meno vengono. Qualcuno li avrà ripassati a casa o ballati in qualche serata nei giorni precedenti. In ogni caso ci siamo. Più o meno sicuri. Più o meno.
20 candidati, distribuiti in 4 gruppi da 5. L’ordine di partenza è numerico. Prima i numeri bassi e via via quelli più alti. Chi comincia ha una grossa responsabilità: deve rompere il ghiaccio. Bisogna riconoscerlo, il loro non è compito facile… Gli altri possono continuare a ripassare nella sala adiacente sciogliendo i dubbi dell’ultimo minuto.
La serata va alla grande con i gruppi che si susseguono e gli intermezzi dei “Meneghini” che tengono calda la serata soprattutto quando la giuria si riunisce.
“Forza ragazzi”, incita il “Dollaro” che ricorda a tutti di sorridere mimando uno smiley. Andrea fotograferà serata e faccine… Chi fa il tifo per il suo preferito. Chi si fa rimproverare perché contravviene all’etichetta country che vieta di bere in pista. C’è un po’ di tutto in questa indimenticabile e afosa serata di maggio al Gran Canyon. Nella taverna si scoppia dal caldo ma si continua a ballare.
Le statuette restano lì in attesa di essere vinte. Con un fiocco rosso, blu e bianco (colori che ricordano la bandiera americana) è arrotolata anche una pergamena.
L’irish stew carica, il Cabo San Lucas concentra ma è col Tush Push che spari tutta l’energia che hai.
Ci si alterna. Prima un ballo e poi l’altro, tra il tifo e un “nooo” per chi, mannaggia, sbaglia. Fino al verdetto. O forse no… c’è ancora da aspettare. E’ Layla a spiegare che ci sono degli ex aequo. Si riuniscono. Lei e Alvaro. Mezzora, un’ora, venti minuti. Forse 5 ma pare un’eternità.
Nell’attesa si balla Black Coffee, Aftermidnight e Burning love… ci si diverte, ci si butta dentro, anche chi non ha gareggiato o è lì per vedere un’amica.
Terry, come sempre, coccola tutti quanti con marshmallow, cioccolatini e biscotti, perché il country è soprattutto questo: divertirsi!
Arriva il momento: 4 finalisti, Claudia, Anna Lisa, Morena e Nora. Bisogna rifare tutti e i tre balli di seguito! “Se sono in 4, una sarà esclusa” pensano tutti…
Non sarà così. Al momento della proclamazione del vincitore si scoprirà che sulla prima i giudici non avevano dubbi… né bisogno di rivederla ballare!
Ma cosa avranno guardato? Il sorriso, i piedi, le braccia? Il clap, lo stomp? Prima di cominciare Layla aveva detto “valuteremo anche la vostra interpretazione, il vostro stile. Non mi dispiacciono le persone che sorridono”. Vuoi vedere che oltre ai piedi guardavano il viso? “Ma allora ho cannato completamente! ” Qualcuno si e qualcuno no.
A premiare i vincitori è “Il Dollaro” .
E’ quasi mezzanotte e in viale Certosa il martedì puliscono le strade. “Bisogna spostare le auto”avvisa Emi dalle scale.
La serata volge al termine… Tre cowgirls more porteranno a casa un bel riconoscimento e la Terry, quella dei marshmallow, consegna ad Alvaro, a nome di tutti gli allievi, un regalo per il suo imminente matrimonio. Per la prima volta Alvaro appare emozionato! Allora è vero che i cowboys hanno un cuore! Certo che ce l’hanno. Lo dimostra l’iniziativa “Our country hearts” annunciata proprio in questa serata: una raccolta di fondi per le popolazioni terremotate.
12 ore prima la scossa si era sentita forte anche a Milano e durante la giornata le vittime erano salite a 17 e un paese, Cavezzo, dato praticamente per scomparso. Una tragedia.
12 ore dopo ballavamo e ci divertivamo quando molto probabilmente, nelle stesse ore, qualcun altro si aggrappava disperatamente alla vita.
A oggi gli sfollati restano 16 mila, come dire un altro paese. Un pensiero va a loro… perché un po’ di quei sorrisi, anche se lontani e sconosciuti, arrivino al cuore, con l’augurio di tornare a vivere e ricostruire serenamente il presente.

L.D.D.